Tumore al seno, fondamentale non rimandare screening e visite

Il messaggio, diretto alle donne, emerge dal Focus sul Carcinoma Mammario ospitato virtualmente dal CRO di Aviano. In Friuli Venezia Giulia la rete assistenziale regionale ha funzionato nonostante la pandemia.

NON RITARDARE lo screening e, se si avverte un nodulo al seno, non esitare ad andare dal medico. E’ questo uno dei messaggi importanti lanciati oggi dal convegno “Focus sul Carcinoma Mammario”, un evento scientifico che da anni riunisce centinaia di oncologi da tutta Italia in Friuli-Venezia Giulia, per confrontarsi sugli ultimi avanzamenti nel trattamento del cancro al seno, e che quest’anno si svolge online a causa della pandemia.
“In Friuli-Venezia Giulia i numeri dei contagi da coronavirus, inizialmente più bassi rispetto ad altre regioni del Nord, hanno registrato una crescita nel corso della seconda ondata. Ci nonostante, grazie alla riorganizzazione dei centri e a un buon collegamento tra la medicina ospedaliera e quella territoriale, non ci sono stati ritardi nello svolgimento dei trattamenti, compresi gli interventi chirurgici”, dice Samuele Massarut, Direttore dell’Oncologia Chirurgica Senologica del CRO di Aviano: “Di contro, però, la nostra preoccupazione per il futuro è legata al calo dell’adesione ai programmi di screening: nei prossimi mesi rischiamo di dover operare donne con tumori mammari in stadio più avanzato, come già sta avvenendo”.

La risposta delle rete regionale alla pandemia
In Friuli-Venezia Giulia sono attive quattro Breast Unit che operano attraverso una gestione multidisciplinare della patologia. Inoltre, l’adozione di specifici PTDA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali), integrando le attività cliniche plurispecialistiche, ha consentito di evitare significative interruzioni sia in ambito diagnostico che terapeutico per le oltre 16mila donne che, nella Regione, vivono con una diagnosi di cancro al seno. “Attualmente, in Italia, il carcinoma mammario risulta essere la patologia oncologica più frequente, di cui 1.400 nella nostra regione”, spiega Fabio Puglisi, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica presso l’IRCCS CRO di Aviano e Responsabile Scientifico del Convegno: “Sono dati in costante aumento con evidenti implicazioni per l’intero sistema sanitario nazionale che quest’anno ha dovuto confrontarsi con le molte emergenze indotte dalla diffusione del Coronavirus. Come gruppo di lavoro del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano ci siamo subito resi conto che la pandemia avrebbe potuto causare delle “distrazioni” rispetto alle priorità dei pazienti oncologici che andavano invece salvaguardate al fine di garantire le giuste tempistiche per indagini diagnostiche e trattamenti. Questo approccio è stato accolto dalla Regione e, fin dallo scorso marzo, i centri oncologici sono stati preservati e gestiti come strutture Covid-free. in tal modo, non si sono verificate interruzioni nei percorsi essenziali di diagnosi e cura. Soltanto durante la fase iniziale della prima ondata abbiamo dovuto posticipare, di un paio di mesi, le visite di follow up, unicamente in pazienti a basso rischio e solo dopo verifica da remoto del loro stato di salute”.

Nuovi trattamenti per i diversi tipi di cancro al seno
I tumori al seno, come ormai è ben noto, non sono tutti uguali e negli ultimi anni sono state sviluppate molte nuove molecole. “Negli ultimi anni abbiamo registrato grandi successi nel trattamento dei casi di tumori del sottogruppo luminale, ovvero quelli con recettori ormonali positivi”, sottolinea Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Senologia e Toraco-Polmonare dell’Istituto Tumori di Napoli: “L’arrivo degli inibitori delle chinasi ciclino-dipendenti ha migliorato sensibilmente i benefici terapeutici consentendo, in molti casi, di evitare il ricorso alla chemioterapia. Questa classe di farmaci ha dimostrato di essere efficace anche negli stadi precoci della malattia, in aggiunta alla terapia anti-ormonale, riducendo il rischio di recidiva”.

Ma la ricerca sta offrendo importanti indicazioni riguardo all’approccio terapeutico anche degli altri due sottotipi di carcinoma mammario, i triplo negativi e gli HER2- positivi: “Il loro trattamento medico oggi viene proposto prima dell’intervento chirurgico”, conclude Lucia Del Mastro, Coordinatrice della Breast Unit dell’IRCCS San Martino di Genova: “In particolare, studi recenti confermano l’importanza di una valutazione accurata del residuo di malattia dopo la terapia pre-operatoria (neoadiuvante). Infatti, in base alla risposta ottenuta, può essere necessario, o meno, potenziare il trattamento. In caso si renda indispensabile rafforzare la terapia si stanno rivelando molto efficaci diversi farmaci a nostra disposizione tra cui i cosiddetti immunoconiugati”.